Utilizzo promiscuo dell’immobile da parte di un lavoratore autonomo

23.11.2012 12:32

Utilizzo promiscuo dell’immobile da parte di un lavoratore autonomo

 

Ai sensi dell’art. 54, comma 3, TUIR, per l’immobile utilizzato promiscuamente da un lavoratore autonomo è ammesso in deduzione il 50% della rendita catastale dello stesso a condizione che il soggetto non disponga nel medesimo Comune di altro immobile adibito esclusivamente all’esercizio dell’attività.

 

Nella stessa misura sono deducibili le spese sostenute per i servizi relativi a tali immobili.

 

Come evidenziato dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare n. 35/E in esame “la disposizione …, stabilendo una forfetizzazione, ha la duplice finalità di semplificare il calcolo del reddito e di evitare l’insorgere di contenziosi riguardanti la determinazione della effettiva porzione di immobile destinata allo svolgimento dell’attività professionale.”

 

Ai fini della deducibilità del 50% della rendita dell’immobile in cui il soggetto risiede, nonché delle relative spese, non assume pertanto rilevanza lo “spazio” dell’unità immobiliare destinato allo svolgimento dell’attività professionale (nel caso proposto all’Agenzia 75 mq – studio, sala riunioni e sala d’attesa – rispetto ad un totale di 125 mq, pari al 60%).

 

Anche potendo “dimostrare l’utilizzo effettivo dell’immobile per fini professionali in una misura superiore a quella stabilita forfetariamente” la previsione del citato comma 3 “non è derogabile”.

 

 

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