Come riscattare gli anni di laurea

14.10.2014 16:17

Una guida su come riscattare gli anni di laurea

Vantaggi del riscatto, modalità per ottenerlo, casi concreti e normativa di riferimento

 

La nuova normativa di riferimento relativa alla possibilità di riscattare gli anni di laurea, in vigore dal 2008, rende l'operazione particolarlmente agevole e conveniente soppratutto per alcune particolari tipologie di contribuenti. Questo è dovuto al semplice fatto che la nuova normativa consente di versare dei contributi volontari che saranno parametrati in base all'ultima dichiarazione dei redditi; per coloro che non hanno un reddito o un posto di lavoro, la parametrazione per calcolare i contributi dovuti sarà fatta in riferimento ad un reddito base.

 

Vediamo innanzitutto per quali tipologie di studi e di corsi di laurea è possibile usufruire del riscatto ai fini pensionistici.

Infatti, non è possibile riscattare tutto il periodo che si è passati all'università, ma vi sono naturalmente alcuni elementi da mettere in chiaro.

 

I titoli di studio riscattabili sono:

 

  • Diplomi di laurea per un massimo di sei (6) anni, senza la possibilità di considerare gli anni passati "fuori corso".
  • Diplomi universitari (DU) per un periodo massimo di tre (3) anni,
  • Diplomi di specializzazione post laurea, per un periodo massimo di due (2) anni.
  • Dottorati di ricerca
  • Titoli accademici come laurea triennale e laurea specialistica
  • Diplomi rilasciati dagli Istituti di alta formazione artistica e musicale
  • Diplomi accademici di primo e secondo livello
  • Diplomi di specializzazione
  • Diplomi di formazione alla ricerca equiparata a dottorato di ricerca

 

Cosa non si può conteggiare ai fini del riscatto degli anni di studi?

Non possono essere conteggiati e dunque riscattati:

  • gli anni passati "fuori corso".
  • I periodi già coperti da contributi previdenziali che possono esser:
    •  a) periodi con contributi figurativi, come il servizio militare
    •  b) periodi con contributi obbligatori, come periodi di lavoro
    •  c) periodi con contributi volontari.

 

I costi per il riscatto degli anni di laurea.

Il costo complessivo dell'operazione, dal quale poi deriva la convenienza o meno della stessa, dipende sia dal periodo in cui si sceglie di riscattare gli anni sia dal reddito posseduto dal soggetto richiedente. Occorre allora distinguere tra le diverse ipotesi:

- chi non lavora: in tal caso prende come reddito di riferimento quello stabilito dalla legislazione per gli artigiani e commercianti. A tale reddito di base applichiamo l'aliquota del 33%. Quindi, per chi non ha un lavoro, ogni anno di laurea costa, in totale, 4800 euro, ovvero il minimale di reddito fissato in 14.500 euro moltiplicato per l'aliquota del 33%. Sempre per chi non lavora e fosse fiscalmente a carico di altri, l'importo versato sarà detraibile nella misura del 19% dall'imposta dovuta.

- chi lavora: in tal caso il reddito di riferimento è l'ultimo reddito percepito, per chi lavora, poi, icontributi versati all'ente previdenziale saranno interamente deducibili (e non detraibili) dal reddito imponibile.

 

Ecco dunque che, in prima approssimazione, possiamo vedere come il vantaggio per il riscatto degli anni di laurea sia massimo per coloro che non lavorano e che si riduca sempre più man mano che il reddito del richiedente aumenta. Questo poichè la base su cui calcolare il contributo annuo dovuto è data dal reddito attuale.

Queste sono le regole per il calcolo dei periodi successivi al 1 gennaio 1996. Per il calcolo dei periodi precedenti tale data, invece, in cui abbiamo il sistema retributivo, il sistema è più complesso e dipende non soltanto dal reddito ma anche da fattori quali l'età, il sesso, gli anni di contribuzione versata. In tal caso sono state predisposte delle tabelle per il calcolo del riscatto dovuto.

 

La somma da versare potrà essere pagata in una unica soluzione oppure può essere versata ratealmente (pagamento a rate) in un periodo di tempo che può arrivare fino a dieci anni, per un totale, dunque, di 120 rate mensili.

Tutti coloro che sono interessati al calcolo dei propri contributi e alla elaborazione di un piano di versamento rateale dei riscatti dovranno contattare il proprio ente previdenziale, ottenendo così anche informazioni utili circa le modalità di versamento degli stessi.

In tal modo, con il riscatto degli anni di laurea, in molti potranno andare in pensione prima, poichè le attuali regole consentono di ottenere una pensione di anzianità con 40 anni di contributi a qualsiasi età.

Attenzione: il riscatto degli anni di laurea può essere richiesto soltanto se il titolo di studio è stato effettivamente conseguito. Nei casi in cui un contribuente abbia studiato a lungo presso una o più università ma non abbia mai conseguito il titolo conclusivo del percorso di studi (diploma, laurea, laurea breve, specializzazione etc etc) non potrà richiedere il riscatto ai fini pensionistici.

Ricordiamo, inoltre, due importanti strumenti come la "ricongiunzione" con la quale il lavoratore può far fruttare tutti i contributi previdenziali eventualmente versati in gestioni previdenziali diverse e la "totalizzazione" che consente di riunire i contributi versari a gestioni previdenziali diverse e che, da soli, non darebbero diritto a percepire la pensione.

 

Alcuni dei casi concreti più diffusi per il riscatto degli anni di laurea.

 

Riscatto per un giovane laureato disoccupato con vecchia laurea quadriennale

In questo caso, come abbiamo visto in precedenza, sarà applicato il reddito minimo per artigiani e commercianti, fissato in euro 14.802. A questo reddito definito "di base" si applica l'aliquota del 33% (0.33 x 14.802 = 4.802 per anno).

Quindi, la quota da versare per anno di laurea è pari a 4.802 euro. Supponendo di dover riscattare 4 anni di laurea abbiamo un importo di euro 19.208. Supponiamo di dover dividere tale importo per 120 rate mensili diluite in dieci anni, avremo una rata mensile pari a 120.072 euro.

Poichè il neo laureato in questione è disoccupato, non ha reddito, e quindi non potrà dedursi fiscalmente i contributi versati. Tuttavia, fintanto che il giovane è a carico dei genitori, gli stessi importi saranno detraibili al 19% dall'imposta lorda dei genitori stessi. Nel momento in cui il giovane dovesse percepire un reddito, gli stessi importi saranno deducibili dal suo reddito imponibile.

A questo proposito, nel calcolo complessivo sulla convenienza o meno del riscatto, occorre anche calcolare il risparmio di imposta che si ottiene sia nel caso che i contributi fossero deducibili dal reddito del richiedente, sia nel caso fossero detraibili dall'imposta lorda dei familiari rispetto ai quali il giovane è fiscalmente a carico.

Nel caso i contributi fossero deducibili dal reddito, il risparmio dipende dalle aliquote irpef applicate al reddito.

Nel caso gli stessi contributi fossero detraibili dai genitori, il risparmio di imposta sarebbe il 19% dei contributi versati, ovvero, rifacendoci all'esempio fatto in precedenza, su un totale versato di euro 19.208 il risparmio di imposta sarebbe pari a 3.649 euro. In definitiva, il costo dell'operazione sopra riportata non sarebbe pari a 19.208 euro ma sarebbe pari a 19.208-3.649= 15.559 euro.

 

Il caso di un contribuente che abbia iniziato a lavorare prima del 1 gennaio 1996.

In tal caso, qualora il periodo di riferimento sia quello in cui vigeva il calcolo retributivo, il calcolo sarà molto più complesso. In ogni caso possiamo riportare una stima degli importi del riscatto di laurea per i seguenti due casi ipotetici:

a) Per il caso di un cinquantenne uomo con una retribuzione di circa 50.000 euro: in tal caso, dovendo riscattare un periodo di quattro (4) anni, gli importi da versare oscilleranno tra un minimo di 45.000 euro e un massimo di 55.000 mila euro.

b) Per il caso di una donna di circa 50 anni di età con stesso reddito, la forchetta si sposta verso l'alto, con un minimo di 53.000 mila euro ad un massimo di 70.000 mila euro.

 

 

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