Il tasso di interesse fisso variabile e misto

18.06.2011 18:28

I vari tipi di interesse: fisso, variabile e misto


Il tasso di interesse può essere fisso o variabile oppure misto; altri tipi di calcolo dell’interesse sono frutto di combinazioni diverse tra il tasso applicato e la durata del mutuo.

 

Tasso fisso: l’interesse non varia per tutta la durata del mutuo. L’indice assunto a riferimento per l’individuazione del tasso è solitamente l’Eurirs (Euro Interest Rate Swap)9.


ESEMPIO
Se si chiedono alla banca 150.000,00 € a tasso fisso, calcolato in base all’Eurirs con la maggiorazione pari a 0,95% (a titolo di spread), da restituire in rate mensili per 15 anni, si dovranno pagare alla banca 180 rate, ciascuna di importo pari a 1.234,00 €, e complessivamente si darà alla banca la somma di 222.048,00 € (ossia oltre alla restituzione del capitale, pari a 150.000,00 €, si dovranno corrispondere 72.048,00 € per interessi).


Tasso fisso significa che l’interesse applicato è sempre uguale per tutta la durata del mutuo, ma ciò non implica necessariamente che le rate abbiano un ammontare sempre costante. È infatti possibile pattuire pagamenti più bassi all’inizio (in pratica, rate di ingresso più “leggere”), che poi aumentano nel corso del tempo.
È consigliabile il tasso fisso se si vuole conoscere a quanto ammonta, complessivamente e con precisione, la somma che deve essere restituita.
Se, dopo la conclusione del contratto, il costo del denaro dovesse scendere, la scelta del tasso fisso risulterà svantaggiosa; in sostanza, se i tassi sul mercato diminuiranno, si dovrà comunque corrispondere quanto inizialmente concordato.


Tasso variabile: l’interesse cambia nel tempo; il suo ammontare aumenta o diminuisce al variare di un determinato parametro che comunemente è l’Euribor (Euro Interbank Offered Rate, che è il tasso medio applicato sui depositi dalle principali banche europee ed equivale all’attuale costo del denaro per le banche). Il suo valore deve pertanto essere ricalcolato periodicamente (la rilevazione può avvenire ogni 1, 3, 6 o 12 mesi): sulla base delle scadenze incluse nel contratto di mutuo, la banca calcola il tasso e provvede ad aggiornare l’entità delle rate residue. Alla percentuale dell’Euribor si aggiunge lo spread che, come nel caso del tasso fisso, indica il margine di guadagno della banca e varia a seconda dell’istituto finanziario considerato; questo parametro, però, rimane fisso per tutta la durata del mutuo.
Il tasso variabile non consente la predisposizione di un piano di ammortamento definitivo, durante la fase di stipula del contratto. È possibile verificare l’andamento dell’Euribor consultando la stampa specializzata o le sezioni dedicate all’economia dei principali quotidiani nazionali.


ESEMPIO
Se si chiedono alla banca 150.000,00 €, a tasso variabile calcolato all’Euribor a 6 mesi, con uno spread annuo di 0,95%, da restituire in rate mensili per 15 anni, l’importo di ciascuna delle prime sei rate sarà pari a 1.298,00 €; volendo ipotizzare a quale debito ci si espone, del tutto indicativamente si potrebbe affermare che, rimanendo invariato l’Euribor – circostanza, questa, del tutto improbabile –, gli interessi da corrispondere nella durata complessiva del mutuo saranno pari a 83.688,00 € (a cui dovrà naturalmente aggiungersi il capitale).


Anche se il tasso è variabile, è possibile che le rate non siano sempre in costante oscillazione. Qui di seguito si ricordano alcuni tipi di ammortamento pensati proprio per assicurare un minimo di stabilità al peso delle rate:
• si usa l'espressione “cap” o “cap rate” quando la formula di rimborso offre la garanzia che i tassi applicati non potranno comunque superare una determinata soglia
• si parla invece di mutuo “a rata protetta” quando è stabilito che l’importo della rata non potrà mai essere superiore ad una determinata soglia (va da sé che, in questo caso, se alla fine del periodo di ammortamento, in conseguenza della limitazione di aumento della rata, il debito non fosse ancora estinto, la durata del mutuo si protrarrà sino al pagamento integrale degli interessi)
• è addirittura possibile che, nonostante sia applicato un tasso variabile, le rate da pagare siano sempre di importo fisso, per tutta la durata del mutuo: in questo caso, se aumentano i tassi, aumenterà il tempo per la restituzione; e naturalmente, viceversa, se l’interesse diminuisce, si ridurrà la durata.
La scelta del tasso variabile può rivelarsi una scelta vantaggiosa se il costo del denaro diminuirà, poiché la rata si ridurrà proporzionalmente (essendo periodicamente determinata sulla base dell’Euribor).
Per contro, in caso di tasso variabile, il mutuatario conosce l’importo della rata dovuta solo sino alla scadenza del primo aggiornamento dell'indice di riferimento (ad esempio, nel caso dell’Euribor a 6 mesi, solo per il primo semestre); dopo, se i tassi aumentano, aumenterà in proporzione anche la rata.


Tasso misto: si tratta di mutui caratterizzati dalla compresenza di tasso fisso e variabile (ad esempio, l’interesse è composto al 70% indicizzato Euribor a 3 mesi e al 30% fisso). Questo tipo di tasso consente di limitare le conseguenze di un andamento non stabile dei tassi e di affrontare rate di pagamento meno variabili nel tempo.