Come tassare le vincite al poker online

19.07.2011 17:17

Un comunicato dell'Agenzia delle Entrate per chiarire come vadano tassate le vincite al Poker online da parte di giocatori italiani: I soldi vinti al Poker sono redditi diversi.

 

Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza alzano la posta con l’operazione “All in”.
Scatta su tutto il territorio nazionale una campagna di controlli nel comparto del poker “live”, sempre più diffuso in Italia. Le vincite riferibili a queste prove di abilità sono infatti “redditi diversi”, e come tali integralmente tassabili. Dalle prime analisi risultano oltre 4mila giocatori italiani fortunati al tavolo verde che hanno già raccolto proventi per oltre 97 milioni di dollari (pari a circa 73 milioni di euro, al cambio attuale) senza però dichiararli al Fisco. L’attenzione in questo momento è rivolta a quella parte di vincite conseguite all’estero, dal momento che quelle conquistate in Casinò italiani sono già tassate da questi ultimi.


Chi sono i pokeristi in gioco

Sotto la lente finiscono, in questa fase, i numerosi giocatori di poker (in genere, nella modalità Texas Hold’em) che risiedono fiscalmente nel nostro Paese (cittadini italiani, ma non solo) e che decidono di partecipare ai numerosi tornei che si svolgono all’estero. Una pattuglia di appassionati che si va sempre più infoltendo, come è dimostrato dall’interesse che i media dedicano al fenomeno (canali televisivi a tema, riviste specializzate, siti internet e forum di settore), tanto che non pochi giocatori italiani hanno ormai scalato le più importanti classifiche di ranking internazionale e sono oggi riconosciuti, tra gli addetti, come vere e proprie star di riferimento e sicure icone di richiamo pubblicitario. Nel dettaglio, sotto esame sono le vincite conseguite all’estero tra il 2006 e il 2009 e, per questo motivo, i contribuenti così tracciati verranno formalmente invitati a recarsi presso gli Uffici dell’Agenzia delle Entrate e i Comandi della Guardia di Finanza che, nell’ottica di un completo contraddittorio, offriranno ampia possibilità di provare di aver comunque adempiuto al proprio dovere contributivo, anche se in forme diverse.


Chi siede al “tavolo verde” del Fisco 

L’Amministrazione finanziaria ha da tempo posto sotto assiduo controllo tutto il comparto del gioco “amministrato”, quello, cioè, in cui le regole di partecipazione e i conseguenti riflessi fiscali sono regolati dalla Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. Stavolta, però, un apposito tavolo tecnico istituito tra l’Ufficio Centrale per il Contrasto agli Illeciti Fiscali Internazionali dell’Agenzia delle Entrate (Ucifi) e il Nucleo Speciale Entrate della Guardia di Finanza ha voluto monitorare i casi in cui i proventi delle vincite sono conseguiti all’estero in modalità live (sono quindi escluse, per il momento, le vincite on line), poi “dimenticandosi” di ricondurli a tassazione in Italia insieme a tutte le altre fonti di reddito.


La norma dietro le vincite 

Una specifica disposizione del Testo Unico sulle Imposte sui Redditi (TUIR) sancisce chiaramente che i proventi in questione, se connessi a prove di abilità, sono da considerarsi sempre come “redditi diversi”, ovunque prodotti (art. 67), per l'intero ammontare percepito nel periodo di imposta e senza riconoscimento di alcuna deduzione per le eventuali spese sostenute (art. 69). Dalla consultazione delle fonti libere e dai conseguenti incroci informatici con le numerose banche dati ormai a disposizione dell’Amministrazione finanziaria, è stato relativamente semplice identificare, in modo inequivoco, tutte le persone fisiche che si dedicano a questo passatempo, a volte con “ritorni” finanziari di non poco conto.
Lo scopo di questa nuova partita dei controlli - L’intento è di aumentare la compliance dei numerosi player italiani che, verosimilmente, hanno finora ritenuto di poter tranquillamente sfruttare quella che ritenevano essere una zona d’ombra e di immunità fiscale, amplificata dall’agire all’estero e lontano da occhi indiscreti. Al termine della tornata di controlli verranno diramate ulteriori informazioni di dettaglio sui risultati conseguiti.

 

Comunicato stampa dell'Agenzia delle Entrate
Roma, 18 luglio 2011

 

Commento

Come dichiarare le vincite al poker?  Come dichiarare i redditi vinti a poker da decine e decine di centinaia di utenti italiani?

Quindi,  i giocatori italiani di Poker online sono avvertiti. Le vincite al Poker in paesi stranieri o in siti che risiedono in paesi stranieri non sono più zone d'ombra in cui fare soldi facili e nasconderli al fisco. I Soldi vinti in siti stranieri o esteri sono redditi diversi e vanno dichiarati. Devono essere sottoposti a tassazione da parte dell'Amministrazione Finanziaria.

Non sono riconosciute deduzioni per le spese sostenute (eventuali costi di iscrizione o i costi della connessione etc etc).

Le analisi e i controlli che saranno effettuati in questi giorni da parte della Guardia di Finanza si riferiranno alle  vincite effettuate dal 2006 in poi.

I nuovi giocatori che otterranno vincite al Poker online sono avvertiti. I redditi percepiti vanno dichiarati al Fisco.

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Poni un quesito pubblico su come tassare le vincite al poker online. Ti risponderemo in breve tempo.

Data: 08.06.2012

Autore: angelo

Oggetto: poker online siti italiani

Salve a tutti, avrei una domanda da porvi. Dopo essermi informato sulle tassazioni relative al poker, dopo aver anche letto notizie da questo sito, ho ancora un dubbio. Le poker room italiane, con controllo di aams, tassano il denaro al momento del prelievo? (oltre al rake, ma in quel caso il denaro si trova nel bankroll e non è stato ancora prelevato). Se la risposta è no, come e quanto bisogna dichiarare al fisco? Io sono uno studente e per hobby gioco a poker online, non ho ancora prelevato nulla dal mio bankroll però a breve vorrei farlo, come faccio a dichiarare se effettivamente non sono un lavoratore?
In attesa di vostri consigli e delucidazioni vi ringrazio

Data: 22.02.2012

Autore: giulio

Oggetto: un esempio che necessita di delucidazioni

Salve,
Espongo il mio caso.
Gioco da uno di tempo su un casino non aams,alla roulette, ottenedo delle discrete vincite.
Cio' non e' mai accaduto nei casino aams perche', i limiti bassi dei tavoli portano soltanto perdite.

Nel mio caso, si parla di gioco di abilita'?
O mera fortuna?
E se si parla di fortuna, va tassato?

Normalmente investo 10 e ricavo 100.(numeri indicativi)
Per la natura emotiva del gioco, mi trovo 'costretto' a prelevare spesso in modo da salvaguardare i guardagni, che, in un momento di debolezza potrei bruciare con montanti spropositate.
Tutti questi prelievi andrebbero tassati?
Non c'e' un illogicita' in questo?
Ovvero, il fisco mi obbliga a lasciare tutto il capitale in gioco altimenti, devo pagare di piu' di cio' che vinco e mi espone ad un rischio elevato di perdita.

Altra cosa che non capisco.. perche' se io porto denaro in Italia, vinto, daccordo, ma non rubato, e lo spendo sul territorio italiano, di fatto iniettando liquidita' fresca ' devo vedermi tassato in forma maggiore, molto maggiore, di chi gioca su un casino italiano?
Che danno faccio allo stato per dover pagare di più?
Non sto qui a parlare delle perdite avute in precedenza...ma non esistono casse di salvataggio per i 'criminali' come me...
Cosa devo fare in definitiva'cambiare stato?
In definitiva, porto in Italia soldi(più puliti che gli stipendi dei politici!!! ), che spesi pagheranno IVA , arrichiranno italiani, etc, etc,
Ma lo stato riesce a farmi sentire un criminale e un mio collega che gioca in questi aams mal concepiti(non tutelano il giocatore, lo rovinano, credetemi)paga meno tasse di me.
Io voglio pagare le tasse, ma non le tartasse!!!

Pensateci.

Grazie a chiunque dia nuovi spunti
Speriamo di trovare un avvocato fiscalista che si infiammi sulla situazione.

Data: 06.11.2011

Autore: Dario

Oggetto: Guadagni poker

Grazie per la risposta.
Comunque insisto che se anche esiste una norma che legifera questi redditi questo non vuol dire che sia una cosa corretta.
io credo che qualsiasi giudice potremme dichiarare questa norma sbagliata in quanto non e corretto pagare tasse su delle perdite.Credo che di fronte ad un giudice dove il giocatore dimostra che per una eventuale vincita fatta a dovuto partecipare a molti tornei pagando iscrizioni e percui addirittura in molti casi la somma fra tornei partecipati e soldi vinti potrebbe essere in negativo, credo illegale pagare una qualsiasi tassa.
Si tratta di una mia semplice opinione ma fino a quando qualcuno non avra il coraggio di portare davanti un giudice questa situazione,non ci sara mai una chiarificazione ed un completamento della legge.
Comunque la soluzione a tutto questo potrebbe essere quella di aprire una partita iva ma sembra che anche questo non sia permesso.
Saluti dario

Data: 15.11.2011

Autore: Admin

Oggetto: R: Guadagni poker

Sono sicuro che a breve, con il diffondersi dei giochi online di poker e simili, verrà introdotta una normativa ad hoc per i giocatori di poker in modo da tassare i redditi prodotti con le vincite in internet fatte in siti residenti in altri paesi.
Fino a ieri giocare a poker online era un fenomeno sconosciuto mentre oggi sempre più internauti giocano online e vincono somme anche importanti. Per cui credo che la legislazione si adeguerà presto al nuovo contesto.

Data: 05.11.2011

Autore: Dario

Oggetto: Tasse poker

Scusate,ma nessuno a preso in considerazione il fatto che spesso ci si scrive a tornei senza fare vincite percui ogni vincita dovrebbe essere decurtata da tutte le iscrizione che non hanno portato un guadagno.
Come se una ditta pagasse le tasse su qello che fattura e le spse non contano.
Io credo che non sia legale
Grazie per una risposta
Dario

Data: 06.11.2011

Autore: Admin

Oggetto: R: Tasse poker

Sono d'accordo. Ma poichè si tratta di redditi percepiti occasionalmente, senza la titolarità di una partita iva, gli stessi redditi da poker sono considerati redditi diversi.
E in quanto tali, sulla base dell'articolo 69 del tuir, non è dato riconoscere in deduzione gli eventuali costi sostenuti.
Ricordo che le vincite da poker rientrano nel tipo di redditi previsti dalla lettera d) comma 1 dell'articolo 67 del tuir. Lo stesso punto ricomprende "le vincite delle lotterie, dei concorsi a premio, dei giochi e delle scommesse organizzati per il pubblico e i premi derivanti da prove di abilita' o dalla sorte nonche' quelli attribuiti in riconoscimento di particolari meriti artistici, scientifici o sociali";
L'articolo 69 precisa, al comma 1 che " i premi e le vincite di cui alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 67 (ovvero quelli appena citati) costituiscono reddito per l'intero ammontare percepito nel periodo di imposta, senza alcuna deduzione".
Quindi, per ora, le vincite al poker non tassate alla fonte (e solo quelle naturalmente, poichè le vincite tassate non vanno dichiarate), se ottenute al di fuori di una regolare attività professionale, dovranno essere dichiarate senza dedurre i relativi costi.

Data: 07.09.2011

Autore: piero luigi di raddo

Oggetto: attività professionale di pokerista

Se un soggetto esercita professionalmente l'attività di pokerista ritengo che i redditi conseguiti da tale attività siano da ricondurre ai redditi professionali (quindi andranno indicati nel quadro E del modello Unico con deduzione di tutte le spese sostenute).

Cassino, 07/09/2001

Piero Luigi Di Raddo
Dottore commercialista in Cassino FR.

Data: 07.09.2011

Autore: Admin

Oggetto: R: attività professionale di pokerista

Egregio Dott. Di Raddo,

anche io personalmente ritengo che, se la professione di pokerista venga svolta in modo professionale, possa essere considerata come vera e propria professione, e quindi i redditi percepiti andranno dichiarati nel quadro E con la conseguente possibilità di dedurre tutte le spese sostenute.
Tuttavia il problema si pone, secondo l'agenzia delle entrate, per quella enorme massa di giocatori italiani che svolgono questa attività più o meno occasionalmente, e che tuttavia lo fanno percependo dei redditi non dichiarati e senza apertura della partita iva qualora l'attività non sia più configurabile come attività occasionale.
Non solo presunta irpef evasa dai "pokeristi occasionali" ma anche mancato versamento dei contributi previdenziali eventualmente dovuti per i redditi percepiti.
Lo stato italiano dovrebbe regolarizzare la professione, sopratutto alla luce degli ultimi sviluppi in tema di gioco "online". La sua diffusione, in questi ultimi mesi, è stata esponenziale, e si presume che il trend continui.
Ben vengano i giocatori di poker professionisti, con partita iva e codice attività. Ma sappiamo entrambi che la massa dei giocatori gioca e continuerà a giocare in forma "occasionale", per cui è necessaria maggiore informazione sui limiti e sulle modalità di definizione del concetto di occasionalità e degli eventuali adempimenti previdenziali obbligatori in caso di superamento di certi limiti di reddito.
Ringraziandola per il suo cortese e utile intervento le porgo i miei saluti.
Francesco Pinna.

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